Progettazione accessibile: superare i dislivelli

Foto di un ascensore urbano nella cittadina di Belval

Ascensore urbano. Belval Esch-sur-Alzette

Tra le cosiddette barriere architettoniche i dislivelli rappresentano una delle sfide più ricorrenti alla quale sono chiamati i progettisti e nella quale sono coinvolti sia committenti che i gestori di un certo spazio o servizio, sia esso pubblico che privato.
Apparentemente le soluzioni in campo sono inequivocabili e riconducibili a due possibilità:

  • progettare una rampa
  • installare un meccanismo di sollevamento

Ma i ragionamenti  dietro ogni scelta sono meno intuitivi di quanto non appaia, in quanto i fattori in gioco sono svariati.
In primo luogo ci sono le normative oggi vigenti, poi il tipo di manutenzione e gestione che si prevede si debba e si possa fare per l’opera, e non da ultimo i fattori legati ai costi e alla durata.
Ma va capito anche  in che misura, quel dato componente, riuscirà a garantire la massima autonomia possibile per chi la utilizzerà, in condizioni di sicurezza e comfort. Un conto è progettare per un singolo utente privato, altra cosa è intervenire in un edificio residenziale o in uno spazio aperto al pubblico.

Partendo dalle rampe, ad esempio, la norma vieta che esse possano superare dislivelli superiori a 3.20 m. Ma dà anche indicazioni sulla pendenza massima in relazione alla lunghezza, consiglia tratti rettilinei, indica l’ampiezza e prevede i piani di sosta e rotazione, tutti aspetti che devono poi essere combinati in luoghi dove, talvolta, vengono meno gli spazi sufficienti per realizzare un buon progetto. Per non parlare degli aspetti estetici: la rampa viene additata come una “protesi architettonica” se non è adeguatamente inserita in un certo contesto ambientale.

Passando  ai meccanismi di sollevamento, possiamo elencare gli ascensori, le piattaforme elevatrici e i servoscala. I modelli e i meccanismi sul mercato variano sia per costi che per prestazioni ma è utile sapere che le piattaforme e i servoscala sono ammessi dalla norma nei casi di adeguamento.
Anche qui, dopo aver analizzato cosa detta veramente la normativa per l’accessibilità, e aver incrociato le informazioni con le recenti normative in materia di sistemi di sollevamento, va valutato il tipo di gestione e di manutenzione che vengono richiesti. Spesso i costi di manutenzione non sono trascurabili, neppure per i privati, come anche i requisiti gestionali e di sicurezza richiesti per gli spazi aperti al pubblico.

Quindi per progettare al meglio non basterà mettersi dalla parte di chi utilizzerà la nostra opera ma bisognerà mettersi anche dalla parte di chi la dovrà gestire e ne dovrà garantire l’esercizio, in sicurezza e con facilità di accesso ed utilizzo. Si tratta di mediare tra le varie istanze per trovare la soluzione più adatta.
Solo così sarà possibile garantire che le prestazioni di accessibilità di una soluzione rimangano inalterate nel tempo.